Oggi noi di Costok affronteremo un discorso molto interessante per gli addetti ai lavori e non: parleremo della stabilitura e dell’aggrappante per intonaco.
Iniziamo a spiegare anche per i meno esperti che la stabilitura, in edilizia, è l’applicazione dell’ultimo strato di intonaco.
Costituito il più delle volte da stucco a base gesso o base cemento per rendere la superficie liscia ed omogenea. Si applica utilizzando spatole di acciaio rigide. Può inoltre essere rifinito a piacere con tinteggiature o decorazioni a stampo.
Lo strato di intonaco ottenuto con la stabilitura è costituito da grassello di calce miscelato con inerti silicei fini, come sabbia di fiume lavata nella proporzione di:
- 2/5 di calce;
- 3/5 di sabbia;
La stabilitura asciuga in pochi minuti, dopo averne applicate almeno due mani si passa un frattazzo di spugna bagnato d’acqua per cancellare i segni delle spatolate.
Essa ha proprietà traspiranti infatti non trattiene l’umidità, per la presenza di pori che consentono il passaggio delle molecole d’acqua. La traspirabilità invece verrebbe compromessa dalla miscelatura con cemento.
Qualora alle sabbie silicee con inerti si sostituiscano aggregati granulari di origine calcarea (cosiddetta polvere di marmo), anziché di intonachino si parla più propriamente di intonaco a stucco, con analoghe caratteristiche di traspirabilità.
Come si lavora lo strato di stabilitura
Se abbiamo compreso che la stabilitura è l’applicazione dell’ultimo strato di intonaco, o cosiddetto intonachino, o intonaco civile nei capitolati d’appalto, possiamo adesso provare capire come lavorare questo strato.
La lavorazione necessita di tre fasi: verifica del supporto, preparazione dell’impasto e applicazione del prodotto.
- Verifica del supporto: Controllare il fondo di posa prima di ogni applicazione, esso infatti deve essere pulito, esente da polveri, efflorescenze, residui vari e senza cavillature, crepe, fessure ecc.
Valgono sempre le regole fondamentali, che raccomandano di inumidire abbondantemente il fondo prima di iniziare la stesura.
Nei periodi caldi, con fondo molto assorbente, evitare una rapida essiccazione del prodotto; - Preparazione dell’impasto: Impastare il prodotto con mescolatore orizzontale, trapano o a mano fino ad ottenere un impasto omogeneo;
- Applicazione del prodotto: Il prodotto deve essere applicato con spatola metallica su intonaco di fondo, preventivamente inumidito.
Lavorare successivamente il prodotto con fratazzino di spugna. Dopo una volta concluso il processo essa può essere tinteggiata con qualsiasi pittura murale (verificare il grado di traspirabilità).
Si raccomanda che l’intonaco di fondo e la stabilitura siano completamente asciutte e mature prima di procedere alla tinteggiatura.
L’argilla: qualità, benefici e utilizzo
L’argilla è un ottimo regolatore dell’umidità per ambiente, poiché a seconda delle necessità la assorbe o la restituisce velocemente, assumendo quella in eccesso per poi rimandarla quando l´aria è troppo secca, in quanto a differenza dei materiali cementizi vetrosi, ha una struttura porosa.
Un vano con muri, solai o intonaci d´argilla ha di solito al’interno un´umidità relativa dell´aria oscillante tra il 40 ed il 60%, per tutto l´arco dell´anno, un intonaco di argilla è in grado bilanciarla ed inoltre di assorbire e neutralizzare odori, fumo e numerose sostanze nocive.
L’argilla è un materiale naturale poiché si ricava dalla terra tal quale e alla fine del suo ciclo ritorna alla terra ed è facilmente reperibile.
Unita ad un inerte (sabbia, polvere di marmo, ecc.) forma la terra cruda, ideale per l’intonaco e la finitura delle pareti.
La terra cruda si presta ad essere adoperata per realizzare l’intonaco grezzo (comunemente noto come intonaco di fondo).
Si utilizza di varie granulometrie che vanno stese sui supporti (pareti in pietra, mattone, laterizio, ecc.) per uno spessore di circa 1,5-3 centimetri minimo, a più mani, attendendo i tempi di asciugatura che possono variare da 3 a 10 giorni.
Poiché la terra cruda aderisce solo su superfici che assorbono l’acqua (come, ad esempio, il cotto, la fibra di legno e in alcuni casi anche il cemento), se il supporto non presenta questa caratteristica si usa stendere prima un aggrappante (un preparato fornito in genere dalle stesse ditte che commercializzano i prodotti in terra cruda).
Inoltre, laddove vi siano delle giunture è necessario inserire una rete di juta o fibra di vetro per evitare fessurazioni.
Si tratta, quindi, di un intervento da eseguire con maestranza specializzata con una buona padronanza dei materiali.
Per la finitura si può usare l’intonachino in terra cruda, che va steso con le spatole per almeno 1-3 millimetri, a due mani, e si asciuga dopo 1-3 giorni, oppure la pittura in argilla, che va stesa con il pennello o a rullo, a una a due mani. È necessario però tener presente che:
- la terra cruda fa presa solo su superfici che assorbono l’acqua; pertanto, se sono stati stesi in precedenza colori lavabili, che perciò non assorbono acqua, smalti, ecc. è sempre meglio eliminarli;
- se sull’intonaco erano presenti delle piastrelle, bisogna eliminare la colla con cui erano fissate alla parete.
Nel caso in cui ciò non fosse possibile, bisogna usare un aggrappante e su questo stendere la terra cruda.
Per sapere se il supporto su cui stendere la terra cruda è adatto alla stesura dell’intonachino o della pittura e come usare l’aggrappante, è bene affidarsi sempre al personale esperto;
Speriamo che questo nostro approfondimento vi sia utile per poter utilizzare nel migliore dei modi l’aggrappante anche col fai da te. Oppure potete scegliere di richiedere un preventivo gratuito per muratori.